Lo Spedale degli Innocenti è un edificio storico del centro di Firenze che si trova in piazza Santissima Annunziata. Nato allo scopo di accogliere, accudire ed educare i bambini abbandonati, fu costruito a partire dal 1419 su progetto di Filippo Brunelleschi, facendone una delle prime architetture rinascimentali in assoluto.
Ed è in questa suggestiva cornice, sotto un sole caldo inebriante di promesse estive, che è andato in scena lo spettacolo della moda.
Nel Salone Brunelleschi l’Istituto Europeo di Design ha presentato l’installazione Transitions come espressione del legame che le riflessioni della moda hanno con il modo di fare e pensare dell’arte. Prodi delle proprie idee, un gruppo di 8 studenti di Fashion Design guidati da Lucy Orta e provenienti da diverse sedi del gruppo, si sono immolati per difendere la loro causa, la moda del futuro.
L’installazione, servita su uno stage posto al centro del Salone, si propone di interpretare il concept Transitions attraverso i singoli progetti che, posti in sequenza circolare, dialogano tra loro e con l’ambiente che li circonda, accogliendo i visitatori e mostrando loro punti di vista su angoli di idee ancora inosservati.
Gli studenti, guidati dalla mentor Lucy Orta, hanno decodificato il termine transizione interpretandolo secondo la propria idea di passaggio e di cambiamento, senza tralasciare le complessità che questo momento comporta.
In questo luogo storico, nato per accogliere e proteggere i figli innocenti di “miserie e colpe”, i giovani designer hanno trovato lo spazio e la possibilità di mostrare una personale riflessione su come si vive il mondo contemporaneo tra cambiamenti voluti, necessari e trasformazioni urgenti destinate a una sopravvivenza sempre più a rischio. Ciascuno dei progetti presentati ha messo in luce una difficoltà e una necessità del vivere quotidiano, siano esse personali o condivise con la società in cui viviamo.
FARMA 282 ha scelto di selezionare 3 designer per la potenza visiva e riflessiva che accompagna i loro progetti: Luca Mantovani con il progetto The Transition of Silence, perché ci ha permesso di ascoltare il fruscio dei tessuti spostando l’attenzione su una dimensione sensoriale ed emozionale e offrendoci la possibilità di vedere anche senza dover usare gli occhi; Riccardo Lerda con il progetto Prodigy, per la sua estetica poetica e alternativa in cui diversi elementi del passato si mescolano nel mostrare la transizione uomo-gargoyle, lo stadio dell’uomo moderno che non riesce a imparare dai propri errori, per testimoniare la necessità di un cambiamento e di una riflessione profonda sulla brutalità dell’essere umano; Livio Pilla con il progetto Survive per averci ricordato quanto l’acqua sia un bene prezioso e per averci offerto una visione sul mondo futuro e sulla condizione migratoria dell’essere umano.
Crediti
Foto: IED Firenze
Testo: Maria Antonia Salomè