21 Novembre, 2018
In questi giorni l’aria a Milano è frizzante, non solo per l’arrivo del freddo gelido ma anche per l’avvio del Photo Vogue Festival (il primo festival di fotografia di moda in Italia) presente dal 15 al 18 novembre 2018.
Tra i vari eventi organizzati, partecipo ad un talk molto interessante al BASE Milano dove – in occasione della mostra collettiva “ITALIAN PANORAMA” presso Armani/Silos dal 15 novembre al 9 dicembre 2018 – i venti fotografi italiani esposti si raccontano in un dialogo aperto con Alessia Glaviano (Brand Visual Director – Senior Photo Editor Vogue Italia), Francesca Marani (Photo Editor Vogue Italia) e Chiara Bardelli Nonino (Photo Editor Vogue Italia).
Il talk si apre con un interessante quesito posto da Alessia Glaviano ai venti autori presenti: “Cosa vorreste comunicare con il vostro lavoro e che cos’è per voi la fotografia di moda?” Altrettanto interessanti sono le risposte dei giovani fotografi.
Per Leonardo Scotti la fashion photography è quel tipo di produzione creativa che dà più libertà di espressione, dove si può sperimentare di più. La sua è più che altro una ricerca estetica.
Per Clara Giaminardi invece è uno strumento per esplorare e raccontare narrative di identità e di genere. È molto interessata alla letteratura femminista, di come viene concepita la donna e il corpo femminile nella fotografia di moda. Secondo Clara ci sono nuove narrative negli ultimi dieci anni che hanno portato fotografi sia uomini che donne, ma soprattutto tante nuove fotografe a raccontare il corpo femminile in un modo diverso. Con il suo lavoro Clara vuole esprimere e far vedere al pubblico la bellezza che è presente in ogni cosa, in quelle imperfette o in cose considerate meno belle dalla società.
Dopo il talk ci rechiamo tutti insieme appassionatamente all’opening della mostra “ITALIAN PANORAMA” presso Armani/Silos. Il progetto nasce dalla collaborazione tra Giorgio Armani e Vogue Italia ed è volto a valorizzare e sostenere alcuni tra i giovani interpreti più originali della fotografia di moda.
All’ultimo piano del museo della moda e dell’arte dedicato allo stile Armani sono presenti le opere dei venti autori selezionati: Luca Anzalone, Maddalena Arcelloni, Nicolò Bagnati, Maurizio Bavutti, Alessio Boni, Luca Campri, Dario Catellani, Giovanni Corabi, Bea De Giacomo, Vito Fernicola, Alessandro Furchino Capria, Clara Giaminardi, Adrianna Glaviano, Arianna Lago, Francesco Nazardo, Dario Salamone, Scandebergs (Stefano Colombini e Alberto Albanese), Leonardo Scotti, Alexandra Von Fuerst, Paolo Zerbini.
Noto sin da subito che molte delle opere fotografiche esposte risultano essere un ibrido tra la fotografia documentaria e quella di moda. Molti scatti sono accomunati da alcuni temi quali la riflessione sul dissolversi dei confini tra identità, generi e categorie fotografiche, il ritorno all’analogico, l’attenzione ai temi sociali e politici, il tema della mascolinità moderna, della sessualità maschile e dell’omosessualità, la narrativa, la rappresentazione del corpo (soprattutto femminile) e della gestualità. Tutti i fotografi in mostra si differenziano tra loro per l’individualità della ricerca e della propria personale visione dei temi trattati. Tutti i venti autori esposti rappresentano con forza il panorama italiano attuale della fotografia di moda e si fanno portavoce di un’estetica contemporanea ben definita.
Rimango affascinata dagli scatti delle giovani fotografe in mostra, dove il corpo femminile è al centro della composizione e del racconto di queste autrici. La donna viene raccontata in maniera diversa, rispetto a qualche tempo fa, proprio da altre donne. Il corpo femminile non viene più mascherato, truccato, modificato, migliorato ma, anzi, viene mostrato nella propria perfetta imperfezione, al naturale. Il risultato finale è il ritratto di una donna vera, senza filtri, caratterizzata da gestualità poetiche e al contempo cariche di forza. L’immagine della donna non viene più così ridotta a mera apparenza estetica ma diviene altro, qualcosa di più profondo, raffinato ed elegante. Uno dei lavori che più mi ha colpito in questo senso è quello di Maddalena Arcelloni, dove si vede in maniera preponderante la presenza della forma e del corpo femminile, quasi esasperato da gestualità incisive che contraggono e dilatano le forme della figura umana. Un altro lavoro interessante è quello di Alexandra Von Fuerst dove la silhouette femminile è centrale e assoluta. Nei suoi lavori è presente una celebrazione della forma femminile nella sua più profonda essenza. Gli scatti di Alexandra si differenziano dagli altri per un’elegante estetica di texture e forme. Ciò che più colpisce della sua opera fotografica è l’essenzialità della posa e del soggetto che al tempo stesso risulta essere forte e accattivante, quasi provocatoria.
Degno di nota è anche l’opera di Luca Anzalone i cui scatti carichi di toni vibranti sono caratterizzati da esperienze sensoriali e tattili dovute alle sue ossessioni per la texture, la luce e il touch. Tutti i suoi lavori sono molto legati alla natura.
Un altro lavoro che mi ha piacevolmente colpita è quello di Maurizio Bavutti. Nelle sue immagini torna ad essere protagonista la donna. Il suo lavoro mi ha ricordato le opere e le atmosfere dei pittori fiamminghi, sia per i colori utilizzati che per il soggetto, l’ambiente e le pose delle figure femminili.
Altrettanto significativa è l’opera di Leonardo Scotti, che mi ha impressionato con i suoi scatti caratterizzati da soggetti e location incisive e scenografiche, dai colori forti e perturbanti; il tutto inserito in maniera maestrale in uno spazio surreale e avvolto in un grande alone di mistero.
Testo & Foto: Valentina Olivetti @valeolivetti