9 Novembre, 2019
Fashion Film Festival, anche quest’anno presente nel calendario degli eventi imperdibili a Milano – presso l’Anteo Palazzo del Cinema – l’iconica location intellettuale del cinema milanese nel cuore del quartiere di Brera. Un evento creato da Constanza Cavalli Etro, giunto così alla sua sesta edizione, con Giorgio Armani come presidente della giuria internazionale.
FFFMilano riceve ogni anno più di mille fashion film da sessanta paesi di tutto il mondo, anche se la selezione ufficiale consiste in duecento fashion film, non solo di talenti emergenti, ma anche di nomi affermati tra registi, brand e attori.
Partecipo alla Conversation + Special Screening “The Gaze of the Future Fashion Film Contest” in partnership con Istituto Marangoni (Educational partner del FFF Milano) dove inizialmente prende il via un’interessante conversazione tra Constanza Cavalli Etro, Anna Dello Russo, Andrea Pompilio e Angelo Ruggeri come moderatore riguardo al ruolo e all’importanza del fashion film nella società di oggi. Lungi dall’essere uno spot commerciale, il fashion film racconta la moda allargando però la visione al mondo e alla contemporaneità. È il nuovo mezzo di comunicazione utilizzato dal mondo fashion per esprimersi nell’era digitale. La moda, al pari del cinema, è espressione e comunicazione. È uno strumento per esprimere ciò che si è o ciò che si vuole essere, come afferma Constanza Cavalli Etro durante il suo intervento. Vulcanica e passionale è Anna Dello Russo quando afferma che noi tutti vogliamo comunicare e che il video è il linguaggio moderno per eccellenza. Basti pensare alle Instagram Stories, così in voga in questo momento, non solo tra le nuove generazioni. Con Instagram siamo tutti degli editor e dei registi delle nostre vite sui social. Secondo Dello Russo, Constanza Cavalli Etro è una pioniera dato che ha focalizzato l’attenzione su questo nuovo linguaggio video, così importante non solo per la moda, ma al giorno d’oggi, creando il Fashion Film Festival. La moda è sogno e anche il film. Sono entrambi forme di emozione, come afferma Andrea Pompilio.
“The Gaze of the Future Fashion Film Contest” è un concorso a livello internazionale, promosso dall’Istituto Marangoni, rivolto ai giovani talenti di tutte le sedi della scuola chiamati a esprimere la propria visione sull’utilizzo del movie come strumento espressivo legato al mondo della moda. Prende così il via la visione delle migliori dieci proposte selezionate e vengono poi nominati i tre finalisti:
- Bibiana Gonzalez con “Sois Sage, ô Ma Douleur” (Messico)
- Mariah Cidral con “Marte 2050” (Francia)
- Fabio Princigallo con “In un mondo di etnie” (Italia)
Il vincitore è Fabio Princigallo con “In un mondo di etnie” (questo video è un invito ad entrare nella cultura del Marocco, dimostrando la presenza delle tradizioni maghrebine anche nella vita milanese).
Quest’anno i fashion film selezionati sono divisi in undici categorie: AWARENESS AND CHANGE I, AWARENESS AND CHANGE II, CELEBRATION, CLEAN CUT, DREAM ON, FUNNY VALENTINE, GODDESS, ODDITY, ORBITS, PORTRAITS e YOUTH.
Nella categoria CLEAN CUT (una selezione curata che presenta cortometraggi con un’estetica pulita e severa) ho trovato affascinante il fashion film DREAMS THAT MONEY CAN BUY (Italia), un omaggio al film sperimentale del 1947 di Hans Richter, Man Ray, Marcel Duchamp, Alexander Calder e Fernand Léger. Un remake delle sette sequenze oniriche surreali girate a Villa Panza, con i tappeti di CC-TAPIS e la modella Hebe Witte. Creato da Motel 409 e diretto da Lorenzo Gironi.
PLATEAU (Francia/Italia) è il primo di una serie di short film prodotti e diretti da Victor Bastidas, con il ballerino di Voguing, Kevin Table. Bastidas vuole esplorare l’arte in ogni sua forma come strumento di meditazione per contrastare i sentimenti negativi del mondo contemporaneo. La sequenza è composta da momenti che accadono nel presente, nel passato e nel futuro, mescolati tra loro per evocare l’idea di una sorta di viaggio. Realizzato come fosse un videoclip musicale, il film unisce le riprese cinematografiche tra i tetti dei palazzi della periferia parigina, alle figure scultoree e quasi meccaniche del ballerino Kevin Table con ai piedi le sneakers Innova di Santoni.
Il cortometraggio del brand di moda olandese Ninamounah HORMONES ARE MY MASTER (Paesi Bassi) diretto da Florian Joahn è uno short film che racchiude perfettamente la tensione, le stranezze e l’umorismo che circonda la crescente sessualità. Ambientato nelle aule e nei corridoi di una scuola reale cattura l’imbarazzante tensione dell’adolescenza, alle prese con gli ormoni che diventano, per un determinato periodo della nostra vita, i nostri padroni.
In I WANT NOTHING BUT LOOKING AT YOU (Belgio) la regista Lisa Carletta ha lavorato sul concetto di ossessione per la vita degli altri attraverso l’utilizzo dei social media e ha immaginato come sarebbe se stessimo agendo nella vita reale come facciamo abitualmente sui social media.
Nella categoria PORTRAITS (una proiezione accurata che presenta alcune delle personalità più rilevanti nel mondo della moda e della creatività) degni di nota sono i cortometraggi HOMETOWN – ALESSANDRO MICHELE (I-D/Gucci, Francia) e HOMETOWN – JACQUEMUS (I-D, Francia), entrambi diretti da Tess Lochanski.
Alessandro Michele, Direttore Creativo di Gucci, ci porta nella sua città natale che è Roma, per scoprire come le sue origini lo hanno ispirato e continuano ancora oggi a ispirarlo. Nell’universo di Michele non c’è limite all’impossibile e la moda ha il potere di unire il pensiero al divenire, all’essere. Sin da bambino, Alessandro Michele si è sempre sentito spiccatamente diverso dagli altri e ha sempre sentito l’esigenza di difendere questa sua diversità, riconoscendola come suo punto di forza. Ciò che più mi ha colpito di questo suo “flusso di coscienza” è la sua riflessione finale: «Anche io ho avuto dei momenti dove ho pensato che forse avrei potuto scegliere una strada più facile e invece io dico: scegliete quella più difficile, quella più complessa, quella che sembra non spianata, quella che nessuno vi indica. Perché quella che nessuno vi indica ma che è quella che voi vedete, ed è più buia, ci sono un po’ di ombre in più, è la strada che vi porta in territori meravigliosi e quindi, proseguite», afferma Alessandro Michele al termine del fashion film.
Simon Porte Jacquemus invece ci porta attraverso Brame-Jean, la piccola cittadina dov’è cresciuto nel Sud della Francia, per conoscere la sua idilliaca infanzia. Ciò che più mi ha entusiasmato di Jacquemus è il fatto che lui voglia vedere le sue modelle sorridenti sulla passerella (credo sia l’unico stilista al mondo a volerlo). Afferma così durante il video, spiazzandomi: «Assicurati solo di informare le ragazze, voglio che sembrino felici. Non voglio che sorridano troppo, ma sorridano almeno un po’. È importante che la ragazza di apertura appaia felice. Siamo a Jacquemus e devono davvero sorridere». Dal racconto si evince anche la straordinaria importanza della madre nella vita di Simon. Alla sua scomparsa, il designer capì veramente chi era, cosa voleva dire, e che la sua vera forza veniva proprio dal Sud. Quella stessa terra che sin da bambino aveva desiderato lasciare per poter diventare parigino. È risaputo infatti che il Sud della Francia è la vera fonte d’ispirazione per Jacquemus e per le sue superlative creazioni.
Nella categoria YOUTH (una proiezione che celebra la gioia della giovinezza) mi ha conquistato il documentario LOOK WHAT THE DOG DRAGGED IN (Italia) di Bonasia & Narcisi che indaga umoristicamente il ruolo dell’estetica e della bellezza nel mondo contemporaneo, attraverso gli occhi e le parole di nove giovani donne.
GENERACIÒN PARTICULAR (Cuba) diretto da Simone Lorusso racconta di Juan, un ragazzo dell’Havana che ama molto il suo lavoro. Fa il meccanico di motociclette. Un trabajo particular, un mestiere “particolare”: così i cubani chiamano i lavori a contatto con chi viene da fuori Cuba. «Yo soy millennial, no millonario!», scherza Juan César Simeno. Secondo lui, «non conta quanti soldi hai ma quanti amici hai».
HOW THE BEASTS GOT HYPED (Filippine) diretto da Elvin Jay Macanlalay, Bryan Marticio e Mars Sanchez è un breve documentario di sei minuti che racconta di “bestie” (ossessionate) dall’hype (moda) e si concentra soprattutto sulla routine quotidiana di un gruppo di teenager hype-beasts di Manila – inizialmente definiti Jejemons dai filippini – che condividono un reciproco interesse per la moda contemporanea e per lo street-style. Questa passione crea un senso di comunità tra i suoi seguaci.
DIALOGO – SERIE DI RACCONTI PRIVATI (Italia) diretto da Mara Palena e realizzato per Document Journal, presenta MSGM FW2018 esplorando la città di Milano attraverso la memoria collettiva e la vita ordinaria. MSGM si è costruita da quasi un decennio per focalizzarsi sui giovani con energia esplosiva respingendo il tradizionalismo serio e formandosi in una manifestazione esasperata e continua di stampe, che trasformano la ripetizione e lo stesso marchio. Ogni soggetto del video è isolato, solo con se stesso, ognuno vestito da testa a piedi in MSGM e tutti sparsi per la città di Milano. Questo fashion film è come uno sguardo tenero al brand e ai suoi indossatori, mentre si trovano da soli, solo loro e la loro uniforme, in una città metropoli come Milano.
Testo e foto: Valentina Olivetti @valeolivetti