July 3, 2018
Venezia, 29 Giugno. Ci dirigiamo verso la sede dell’Università IUAV di Venezia. L’appuntamento è con “Fashion at IUAV 2018”, il Graduation Show che presenta le migliori collezioni di abiti e accessori realizzate dai laureandi dei corsi di laurea in Moda dell’università veneziana, coordinati dai designer Arthur Arbesser, Veronika Allmayer-Beck, e da Fabio Quaranta. Il sottotitolo di quest’anno è “Fattore Campo”, un’espressione che come scrive Maria Luisa Frisa, direttore del corso di laurea triennale in Design della Moda, nel testo da lei realizzato per il giornale dell’evento, insieme a Saul Marcadent: «nello sport indica il vantaggio di cui gode un’atleta o una squadra che gioca in un campo favorevole». Ed è seguendo questa filosofia che i docenti e gli studenti dei corsi in Moda hanno deciso di presentare le collezioni nel campetto da calcio di Santa Marta. Uno spazio protetto, familiare ed adiacente al cotonificio sede dello IUAV dal 1996. Dal giornale scopriamo anche che durante la ricerca fatta da studenti e docenti nella progettazione dell’evento, sono affiorate alcune immagini che documentano la messa in scena di “Mistero Buffo” di Dario Fo con Franca Rame nel 1977, proprio nel campetto. Dunque, la scelta di riattivare uno spazio collettivo. É un tema che ci fa pensare oltre alla mancata presenza dell’Italia al mondiale di quest’anno, al titolo di questa diciottesima edizione della biennale di architettura di Venezia:“Freespace”.
Tutte le collezioni dello show ci hanno fatto assaporare un’ idea di gioco di squadra, talento e confronto, ma noi abbiamo deciso di raccontarvene otto.
Per le collezioni del BA show segnaliamo Enrico Vettorazzo, che con la sua collezione uomo “sBuffo sBrillo” si ispira all’immagine di un funambolo pazzo, in equilibrio tra tessuti a righe e dettagli in pvc. Giovanni Pacienza, con “Arberia” è innamorato di un narcisista-flamboyant, dalle radici “arbëreshë” (minoranza etno-linguistica albanese); camicie di cotone si mescolano a kilt in pelle e berretti che diventano feticci perfetti.
Giovanni Mareschi, ci parla di uomini bifolchi di mostertruck pronti a partecipare ad un rodeo; giacche di pelle, pantaloni con le frange e camicie aperte stampate rappresentano l’identità del suo uomo virile e villano. Giulia Piccinetti e Camilla Ferrazzi lavorano a quattro mani descrivendo una donna “Siberianiris”, un blocco definito di colori, tessuti e forme che convivono assieme. Francesco Galeotti e Jacopo Nordio giocano su stereotipi all’italiana, mettendo in passerella dei modelli che indossano abiti, stampe ed accessori in stile “italianvice”. Proprio questa collezione al termine dello show ha vinto il Pitti Tutorship Reward, un prestigioso premio che garantisce un effettivo supporto per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Per il MA show invece, Veronica Campigotto, Sara Peretti e Teresa Tognazzi con la collezione “A Festa” analizzano il concetto di festa ed il suo rituale. Abiti travestiti da abiti, modelle coperte da tulle ed elaborate strutture in maglia. Massimo
Simonetto con i suoi abiti “di massa”, decide di porre al centro della sua ricerca il rifiuto come luogo dove la sperimentazione non ha paura di immaginare
nuove forme. Ed infine Andrea Casaril che con la sua collezione uomo “Zer-041” costruisce una sorta di divisa da combattimento per sopravvivere al turismo dilagante. Ogni dettaglio dei capi è ispirato a Venezia, dalle forcole alle tute antiacqua alta, fino alla bandiera della Serenissima.
Durante l’evento, di grande impatto anche la performance di Marco Mazzoni che ha recentemente pubblicato il libro Atlas Soccer (Bruno, 2016). Una danza frenetica al ritmo di musica metal e fumogeni, illuminata solo da un fascio di luce. Un chiaro messaggio alla libertà di espressione e di identità. Ringraziamo gli studenti e i docenti dello IUAV per aver condiviso la loro visione; una visione che ci fa pensare alle parole del filosofo Giorgio Agamben: «contemporaneo è chi riceve in pieno viso il fascio di tenebra proveniente dal suo tempo».
Crediti
Foto: Mariano Barrientos