24 Ottobre, 2018
In questi giorni, mentre il moderno Auditorium di Renzo Piano ospita il Festival del Cinema di Roma, nella storica location di Palazzo Altemps (contestualizzata in una sfera di eventi organizzati per la più ampia manifestazione di Videocittà) ha preso vita la decima edizione di ASVOFF – A Shaded View On Fashion Films -, la rassegna creata dalla mitologica Diane Pernet, che apre una luce sul panorama di short e long movies legati al fashion, con una raffinata e critica selezione dei progetti più interessanti.
Il criterio è la qualità, che avvicina la presenza di nomi internazionali come John Malkovich, Casey Spooner, Michelle Lamy, per dirne alcuni, a quella di giovani registi, grazie al contest lanciato per l’occasione “My personal love affair with Rome”, oltre ad una sezione dedicata agli studenti.
La dichiarazione d’amore alla città che ci ospita è una voce corale, portata non solo nelle tematiche, ma anche dalla storica maison Bulgari che supporta e patrocina l’evento, curato in questa edizione da Alessio De’Navasques.
La sera dell’apertura, la stilista Pam Hogg ci dà il benvenuto con un Djset che scatena e già ci lancia il messaggio: “Siate liberi, divertitevi, siate voi stessi, controcorrente”, che è lo spirito di questi tre giorni.
Nella sala proiezioni, il contrasto creato dagli stucchi dorati e gli affreschi rinascimentali del soffitto a volta, che si bagnano nella luce a colori acido elettrico dello schermo, dà già un certo brivido. Mi siedo e un’altra magia ha inizio.
OUT OF COMPETITION, aprono: “A.K.A. Susan Bottomly”, una ricostruzione documentaristica della vita della modella International Velvet, opera del fotografo Michel Haddi, che ci riporta agli anni della Factory di Warhol in un black & white che caratterizza anche il suo “Stephane Ferrara Portrait”, ritratto dell’omonimo attore e boxeur. Il ring di boxe è il campo anche di “The fight” di Douglas Keeve, che torna a colori e mette in scena una battaglia tra i sessi. “Stranger Strange” continua il discorso celebrando l’omoloving, con questo videoclip del fotografo Rinaldo Sata per il singolo di Fischerspooner.
Uno SPECIAL SCREENING ci regala tre film diretti da John Malkovich per Bella Freud, stilista e pronipote di quel Sigmund. Tre film che riescono ad esaltare a pieno i diversi stili delle collezioni e ci fanno letteralmente innamorare dell’universo femminile, mettendone in scena con ironia e verità le mille sfaccettature. Ci parlano di sesso, libertà e potere personale: “Hideous Man”, in un circolo politico di femmine ribelli, sognatrici e combattenti, “Lady Behave”, ad un corso di etichetta alquanto divertente, “Strap Hanging” su un vintage bus, dove l’unico rappresentante maschile diviene oggetto e soggetto delle attenzioni delle indimenticabili passeggere.
La terna sembra un suggerimento per le donne ad acquisire consapevolezza del loro enorme potere, in quanto portatrici di passioni e ideali, determinazione, alimentate da uno spirito tragico ed epico e dalla voglia di amare, ma anche voglia di divertirsi, di giocare, di conquistare, di volare sul mondo e di comprendere ed illuminare così il mondo maschile, di rimando.
Nell’area “speciali” troviamo anche una selezione di fashion films più brevi ma tutti intensi e comunicativi, curati da GREY Magazine, diretto da Valentina Ilardi.
Visione pregnante poi, “MYTH(O)MANIAC” di Gianluca Matarrese. Dove le realtà esistenziali private di due artisti, Casey Spooner e la drag queen Violet Chachki, dialogano con i rispettivi personaggi pubblici.
Nella categoria DOCUMENTARIES, “Make/Believe” di Konstantinos Menelaou ci racconta come, ispirato da una visione, l’uomo di A Gentleman Blogger, Matthew Zorpas, è diventato uno dei più influenti web personality del mondo e consulente creativo.
“Uninvited” del regista Mattia Colombo (da seguire, interessanti spunti di riflessione) attraversa la vita di Marcelo Burlon, stylist e artista che si è fatto spazio nel mondo della moda arrivando senza reservation da un angolo della Patagonia. “Life of a Young Model” mette in luce l’esperienza degli inseparabili gemelli Jacobo e Nicolas Solis Vela. “Can’t Nobody Else Love You” di Ivan Olita, ci addentra nelle vite di 9 ragazzi, che cercano di farsi strada nella controversa NYC, combattendo con i loro drammi interiori e contemporaneamente con la giungla là fuori. Pillola di umanità.
Momenti di approfondimento e interesse particolari anche le CONVERSATIONS.
Monica Brannetti, archivista di Bvlgari, dialoga con l’esperta di costume e moda Clara Tosi Pamphili e, a rappresentare il cinema, con il critico Marco Giusti e il produttore Valerio De Paolis, facendoci rivivere gli anni brillanti dello starsystem, del film Boom e de La Dolce Vita, quando le attrici imponevano i gioielli della storica maison e ci si permetteva il lusso di esaltare ogni follia.
Con la modella asiatica Rila Fukushima, si parla di come l’idea di bellezza sia cambiata nella contemporaneità: non più la ricerca della perfezione, ma un’idea di femminilità diversa, fuori dai trend. Si parla di cosa sia essere artisti, delle differenze tra essere una modella ed essere un’attrice.
Si apprezza nel fashion film l’emersione della personalità, che il vestito va ad avvalorare, mentre si sottolinea spesso la tendenza alla fagocitazione delle modelle da parte dei vestiti che indossano, nella fashion photography.
Con l’artista Scarlett Rouge, si dialoga tra l’unione e le dicotomie del mondo dell’arte contemporanea e quello della moda. Qualunque sia il suo linguaggio e il suo modo di esprimerlo, la purezza d’animo dell’artista che si dedica alla sua passione senza riserve, è il vero tesoro da salvaguardare e che porta avanti questi due meravigliosi emisferi. La minaccia invece è il fast fashion, chi lo promuove e chi ne è vittima, chi fa arte e moda con il portafogli e non con il cuore.
I creativi che portano avanti la loro ricerca, senza essere mangiati dall’industria, sono il valore da proteggere, il fuoco che non si spegne mai.
A questi messaggi mi intono, con una considerazione personale, che mi dà una bella lezione e mi riapre una porta chiusa. Io, che mi ero allontanata dalla moda per via della sua tendenza alla leggerezza, a rimanere in superficie e mi sono avvicinata così al cinema, in cerca di profondità di contenuti, ho ritrovato qui una sensibilità e un’integrità di aspirazioni, sogni, desideri, una forza creativa veramente potente. Mi rendo conto che l’apparire è una mania che si ritrova tanto nel mondo del cinema quanto nella moda, ma quando gli artisti, da una parte o dall’altra, si mettono al lavoro, tirano fuori la verità. E lì nascono le storie, le immagini, lì vengono fuori le emozioni, quelle per cui ruota tutto quel circo, che in quel momento si mette a tacere e a guardare. E questa edizione, di quelle emozioni, ne era piena.
Premi davvero ambiti quindi, quelli assegnati nella cerimonia di chiusura, da una giuria composta da nomi provenienti dall’arte, dal cinema e dalla moda. Insieme ad altri già citati, la modella e chef Cuba Tornado Scott, l’artista Pierre Bismuth, il curatore del padiglione italiano della prossima Biennale di Venezia Milovan Farronato, l’attore Alessandro Roja.
And the winners are:
Il premio “My personal love affair with Rome” è stato dato a Jeff Bark for il suo film “The Epicurean”.
Durante la cerimonia di chiusura sono stati assegnati 3 ASVOFF GLOBAL CHAMPION’S AWARD per l’Italia:
GLOBAL CHAMPION’S AWARD – for Journalism – Angelo Flaccevento
GLOBAL CHAMPION’S AWARD – for retail Federico Marchetti, YOOX/Net-a-Porter
GLOBAL CHAMPION’S AWARD – for designer Alessandro Michele, Gucci
I premi di ASVOFF10 assegnati a Parigi la settimana scorsa sono invece:
Stuck Inside di Alec Davis, USA
(Student Prize per Premiere Heure & Best emerging talent)
Stella di Adele Bouvier, FR
(ASVOFF + Kids of the banlieue)
Sgualdrina per GCDS di Nadia Lee Cohen, IT
(Best styling)
Black per Nowness di Isaac Lock, UK
(Beauty Prize)
The postman dreams 2 per Prada di Autumn De Wilde, USA
(Best Advertising)
The great newman per Stella Mc Cartney di Suzie and Leo, FR
(Best acting)
Women in shadow per Nasim Nasr di Max Homaei, USA/AUS
(Best Editing)
Charles Jeffrey Loverboy per Matches di Matt Lambert, D
(Best sound design)
Our time di Diane Russo, USA
(Best Art Direction)
Glow di Ivan Olita, USA
(Best Cinematography)
Miss Black Germany di Elisha Smith-Leverock,D
(Best Documentary)
Grisha’s guide to Kiev per Nowness di Jordan Blady, UK
(Grand Prix Persol)
Testo: Ludovica Bargellini @ludovica.babi