7 Febbraio, 2019
All’ A.I. Artisanal Intelligence. The Artist’s Table, l’invito dei curatori Clara Tosi Pamphili e Alessio de’Navasques è quello di sedersi al tavolo di lavoro per “fare” e scoprire l’emozione di lavorare con le mani insieme a quattro maestri contemporanei.
Per la sua 16° edizione, il tavolo dell’artista e dell’artigiano diventa lo spazio significante, quindi simbolico, di un vero e proprio atelier delle arti e dell’artigianato al Basement di Roma, nel cuore del quartiere Prati in via Nicola Ricciotti 4. Si tratta di uno spazio espositivo autosufficiente attivo fin dal 2012, dedicato alla sperimentazione, discussione e produzione di progetti espositivi, presentazioni, conferenze e iniziative editoriali in collaborazione con artisti, curatori, attori indipendenti e istituzionali. Un oggetto e un luogo, il tavolo, dove l’arte si fa con le mani e che riporta l’attenzione sul preciso atto del fare e sulla pratica che genera un linguaggio e il mestiere di chi crea. Nel momento in cui le mani sul tavolo elaborano, generano un’esperienza propria e una propria memoria. Non è un caso che la parola “testo” sia un passato, il passato di “tessere”, mentre “pratica” definisce invece qualcosa “al presente”, qualcosa che si fa “nel mentre lo si fa” (Cfr. Devoto, 1996). Fare un abito o fare un tessuto, costruire e restaurare, curare… sono atti precisi che identificano ruoli e identità in figure specifiche (maestri) come quelle delle schede elencate nell’Encyclopedié o Dizionario ragionato delle Arti e dei Mestieri di Diderot e d’Alembert, atti di memoir degli ideali dell’Illuminismo. L’atmosfera che si respira al Roma Basement trasuda del passato empirismo illuminista di fare cose, di usare le mani come strumenti intorno a un tavolo nell’intreccio perfetto di esperienza e pratica di linguaggi e significati.
Attraverso questo sentire un po’ illuminista un po’ illuminato, Clara e Alessio portano avanti da otto anni il progetto di Artisanal Intelligence e per l’ultima edizione di ALTAROMA hanno realizzato, con l’aiuto dell’Accademia di Costume e Moda, un calendario di workshop e performance divisi in tre giornate dal 24 al 26 gennaio. Al tavolo i maestri: Andrea Anastasio con “Ceramica come seconda Pelle” (il primo giorno); Paolo di Landro con l’officina-sartoria di upcycling “Il riscatto del capo” (il secondo giorno); Livia Crispolti, noto marchio che lavora al telaio manuale, e le Sorelle Antonini, tra le ultime artigiane del plissé a mano, che hanno da poco chiuso il loro laboratorio dopo centoventi anni di attività salvando però tutte le antiche carte e macchine (il terzo giorno). È con un vestito delle Sorelle Antonini che Marilyn Monroe fa la storia del cinema: l’abito bianco che vola a ruota quando il vento le sale dalla grata della metropolitana in Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch, 1955). Che delizia, il vento della sotterranea!
Accanto ai laboratori con i workshop dei maestri, per la prima volta a Roma l’opera dell’artista turco Ali Kazma. L’opera è composta da due video, ed è esposta in mostra grazie alla Galleria Francesca Minini di Milano: Christal e Calligraphy esprimono due forme del fare come espressione cristallina della volontà dell’uomo di lasciare nel tempo tracce di sé, segni come strumenti da condividere, la firma della scrittura o un prezioso quanto fragile (s)oggetto di vetro.
Testo: @elvialepore